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Bosco Tanali - Riserva Naturale Regionale

immagine Bosco Tanali - Riserva Naturale Regionale

"Bosco Tanali" Area naturale protetta di interesse Regionale, istituita ai sensi della L.R.Toscana 49/ 1995. Iscritta nell'elenco delle Aree Protette Regionali col codice RPP106 (13' aggiornamento approvato con DCR 10/2015).

Oasi di Tanali

"Bosco Tanali" Area naturale protetta di interesse Regionale, istituita ai sensi della L.R.Toscana 49/ 1995. Iscritta nell'elenco delle Aree Protette Regionali col codice RPP106 (13' aggiornamento approvato con DCR 10/2015)

1. Informazioni generali (ubicazione, dimensioni area umida, formazione geologica, ambienti, ecc.) 

Bosco Tanali si trova sul lato Ovest del Padule di Bientina alle pendici del Monte Pisano, nel Comune di Bientina in località Caccialupi. Occupa circa 153 ettari di cui una ventina tra bosco planiziale e canneto posti in una cassa di colmata ai margini dell’ex alveo del lago, ed il resto, prevalentemente a pascolo sono terreni dell’alveo del lago prosciugato il secolo scorso.
L’area racchiude in se una varietà di ambienti molto significativi per il Padule di Bientina, in essa si possono osservare: prati umidi periodicamente allagati, pagliereti, boschi umidi ad ontano nero, canneti e piccoli specchi d’acqua; ambienti importanti per la vita di molte specie di piante ed animali, oggi sempre più rarefatti e soggetti ad azioni di degrado.

2. Storia e tradizioni locali; 

La vasta e aperta piana che si apre tra i Monti Pisani e le Colline delle Cerbaie che da Bientina si allarga ad Est verso Altopascio e a Ovest verso Lucca, è ciò che resta del Lago di Bientina (o di Sesto secondo i Lucchesi, in quanto si trovava a circa 6 chilometri dalla città). 
Il prosciugamento completo del lago, avviato nel 1853 e mai definitivamente concluso, e soprattutto l’avvento dell’agricoltura industriale e intensiva con la monocoltura del mais e l’uso di pesanti macchinari, hanno sempre più ridotto quella ricchezza di specie animale e vegetali che caratterizzavano l’area del Bientina, come studi dell’epoca testimoniano. Il repentino passaggio delle attività umane dalla pesca all’agricoltura ha quasi annientato una cultura ed un’economia sviluppata attorno al lago, soltanto pochi bientinesi conservano ancora la memoria delle tecniche di pesca e di lavorazione delle erbe palustri.

3. Emergenze floristiche;

Vegetazione e Flora. L’oasi del Bosco di Tanali, soprattutto dopo il recente ampliamento, presenta un mosaico dei biotopi vegetazionali delle zone umide. L’associazione vegetale più importante è il bosco igrofilo di ontano nero, una delle ultime foreste alluvionali dell’antico Padule di Bientina. Sul terreno talora inondato, l’ontano nero (Alnus glutinosa), si unisce al pioppo bianco (Populus alba), alla farnia (Quercus robur), al sambuco (Sambucus nigra) e al salicone (Salix cinerea); quest’ultimo, nelle parti esterne del bosco, forma densi arbusteti. Nel sottobosco si osservano il piccolo Galium palustre, i fiori bianchi del Peucedanum palustre e la grande felce florida (Osmunda regalis), tutte piante oggi assai rare. Dove l’acqua permane più a lungo il bosco lascia il posto alle alte erbe palustri. 
Si trovano così le associazioni del:

  • magnocariceto, costituito dai grossi ciuffi del sarello (Carex elata) con le radici immerse nell’acqua, offre rifugio a erbe rare quali i campanellini maggiori (Leucojum aestivum) e la Stachys palustris;
  • canneto palustre, molto denso e vitale, è dominato dalla cannuccia palustre (Phragmites australis) e da piante lianose quali la dulcamara (Solanum dulcamara) il luppolo (Humulus lupulus) il vilucchio maggiore (Calystegia sepium).

Nelle raccolte d’acqua del chiaro e dei canali che attraversano l’oasi si trovano idrofite ormai molto rare quali l’erba scopina (Hottonia plaustris), l’erba vescica (Utricularia australis) e il morso di rana (Hydrocharis morsus-ranae). Quando le pozze d’acqua si prosciugano, si formano prati umidi in cui si diffondono specie molto rare quali la Ludwigia palustris, (che tra l’altro è inserita nella lista rossa delle piante di Italia), e varie specie di giunchi (Juncus articultaus, J. bulbosus e J. bufonius). Da ricordare infine la presenza, sulle rive dei canali, della sagittaria (Sagittaria sagittaefolia), specie ormai rarissima a livello nazionale.

4. Emergenze faunistiche; 

Le potenzialità ornitologiche dell’area protetta si rivelano appieno nel caso dei Passeriformi, in virtù della varietà dei biotopi presenti, dal bosco, al canneto ai prati umidi, e dalla loro contiguità. Risulta così possibile avvistare un numero considerevole di specie tipiche di ambienti diversi e contraddistinte da diverse distribuzioni geografiche. Tra le specie più strettamente legate agli ambienti palustri si annoverano il Pendolino (Remiz pendulinus), di distribuzione eurocentroasiatica, sedentario e nidificante, la Cannaiola (Acrocephalus scirpaceus), il Cannareccione (Acrocephalus arundinaceus) e la Salciaiola (Locustella luscinioides) migratrici, nidificanti a distribuzione euro-mediterranea. Durante la stagione invernale il canneto è visitato dal Migliarino di palude (Emberiza schoeniclus) in migrazione, mentre l’Usignolo di fiume (Cettia cetti) può essere considerato sedentario-nidificante. 
Tra gli Ardeidi che più o meno regolarmente visitano l’area è stata rilevata la presenza comune dell’Airone cenerino (Ardea cinerea) soprattutto in autunno ed inverno, al quale si associa la Garzetta (Egretta garzetta), le cui frequentazioni si estendono a tutta la primavera con individui in abito nuziale. Nella tarda primavera ed in estate non è infrequente l’osservazione di individui di Airone rosso (Ardea purpurea), Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides) o di giovani di un anno di Nitticora (Nycticorax nycticorax). Sempre per l’ordine dei Ciconiformi sono sicuramente rimarchevoli gli avvistamenti di un gruppo di 17 Cicogne bianche (Ciconia ciconia) nel marzo ‘97 nei campi prospicenti l’area umida e quello di un Fenicottero (Phoenicopterus ruber) nello scorso settembre.

5. Normativa: tipo di area protetta, data istituzione, dimensioni, Ente gestore, vincoli sull’area protetta, vincoli generali (es. flora protetta ecc.);

L’area è stata la prima Area Naturale Protetta d’Interesse Locale della Regione Toscana, istituita nel novembre 1995 con Delibera del Consiglio Comunale di Bientina, sui 22 ettari della cassa di colmata di Bosco Tanali; è stata estesa, nell’aprile del 1998, ai prati umidi ed alle aree coltive circostanti al bosco, per un totale di circa 153 ettari. Posta ai confini amministrativi tra la Provincia di Pisa e di Lucca, si è cercato , in collaborazione con Legambiente Valdera e WWF, il collegamento funzionale con altre aree poste in provincia di Lucca, come il rifugio WWF del Bottaccio della Visona e l’area di protezione del Pollino in modo da offrire maggiori possibilità di rifugio e di sosta per le numerose specie migratrici che utilizzano il Padule di Bientina come tappa durante la migrazione. La gestione è svolta direttamente dall’Amministrazione Comunale di Bientina attraverso un Comitato di gestione ed una Consulta delle associazioni, le quali esprimono criteri e linee guida per gli interventi gestionali, educativi e di controllo. L’amministrazione ha stipulato convenzioni con Legambinete Valdera per quanto attiene la gestione della didattica ambientale e per i monitoraggi della flora e della fauna e una con la cooperativa sociale Il Melograno per i lavori di realizzazione e di manutenzione delle strutture per la visita. 
L’area, su cui vige il divieto di caccia, è aperta all’accesso tutto l’anno. 
Si raccomanda, per una corretta fruizione dell’ambiente e per non arrecare danni alla flora e alla fauna: 
- di utilizzare i sentieri e le stradine segnalate sulla cartina, senza usare mezzi motorizzati; 
- di astenersi da rumori molesti e da l’introduzione di cani, per non disturbare la fauna presente; 
- di visitare l’area senza danneggiare le piante e cogliere fiori; 
- di utilizzare le strutture per l’osservazione della fauna con la consapevolezza che sono state realizzate con l’obiettivo di ridurre al minimo il disturbo per gli animali presenti nell’area protetta.

6. Attività: escursioni e visite guidate (adulti e classi scolastiche), laboratori didattici, corsi di educazione permanente, corsi di aggiornamento per insegnanti, attività di ricerca, pubblicazioni, ecc...

L’area protetta di Bosco Tanali ha ospitato, fin dall’anno di costituzione (1995), visite guidate per scuole o gruppi di persone all’interno della riserva naturale. Attualmente è possibile visitare il bosco durante tutto il periodo compreso tra ottobre e maggio e sono disponibili percorsi educativi differenziati sulla base del tipo di utenza (scuole elementari, medie, gruppi di adulti).
La risposta da parte delle scuole è stata fin da subito largamente positiva: si è passati dalle 17 classi dell’anno 95/96 alle 27 dell’anno scolastico in corso.
Il percorso tipico è costituito da una passeggiata lungo gli argini che parte dall’ingresso dell’area e conduce gradatamente verso la parte più depressa attraversando in sequenza le comunità vegetazionali principali (bosco mesofilo, bosco igrofilo, canneto/cariceto) terminando, attraversato un pontile di legno, in un capanno per l’avvistamento degli uccelli costruito ai margini del chiaro. 
Dall’anno 1999/2000 è disponibile, come supporto didattico alle escursioni il Centro di Educazione Ambientale di Bientina che, dotato di varie attrezzature (strumentazione scientifica e biblioteca) fornisce un valido complemento alle esperienze sul campo. 

Recapiti per informazioni e visite guidate: 


Legambiente Valdera - via Fiumalbi, 9 - Pontedera tel. 0587 56200

INFO & PRENOTAZIONI:

Cristina 334 6009333 o Carlo 338 6716062
email: cristina@legambientevaldera.it.

 

Inquadramento Ambientale

Denominazione e tipologia
"Bosco di Tanali - zona umida del Padule di Bientina"
Ampliamento dell’area protetta di interesse locale, ex art. 19 L.R.Toscana 49/'95 di applicazione della L.934/’91 "legge quadro sui parchi", in attuazione al 2° Programma regionale 1997-99 per le aree protette, approvato con DCRT n.256 del 16.07.1997.

Provvedimento istitutivo
Delibera del Consiglio Comunale di Bientina n. 70 del 17.11.1995
"Istituzione area naturale protetta di interesse locale "Bosco di Tanali". Regolamento nomina comitato di gestione. Approvazione"
Delibera del Consiglio Comunale di Bientina n. del 14.04.1998

Informazioni generali
Localizzazione
L'area ricade nel bacino dell'ex Lago e Padule di Bientina, interamente nel Comune di BIENTINA in località CACCIALUPI, Provincia di PISA, al confine con la Provincia di Lucca.
Altitudine: 9 - 5 m/slm
Superficie: 150 ha circa
Cartografia: IGMI Carta d’Italia scala 1:25.000 foglio n.273 sez.1 - Buti
Carta Tecnica Regionale: sezione 273040 scala 1:10.000
Planimetria catastale: Comune di Bientina fogli n. 3,5,6 scala 1:2000

Tutela esistente al momento dell'istituzione

  • Inserita nella zona umida 117-Alveo dell'ex Lago di Bientina, del Sistema Regionale delle Aree Protette della L.R. 52/'82.
  • L'area del Padule di Bientina è censita tra i siti di maggior importanza per la conservazione della natura della Comunità Europea (classificato con n. 1100)
  • In esso è presente un di habitat prioritario, Alnetea glutinose (Ontanete umide planiziali), ai sensi dell'allegato 1 della Direttiva CEE 92/43, codice CORINE 44.3
  • L’area collega le due aree protette d’interesse locale del Bottaccio della Visona nel Comune di Capannori e del Bosco di Tanali entrambe approvate ai sensi della L.R. 49/’95.
  • L’area è individuata come sito d’importanza regionale (SIR) B03 IT 5120101 dal Bioitaly.

Individuazione del soggetto gestore
L'area è gestita direttamente dall'Amministrazione Comunale di Bientina avvalendosi del supporto di un comitato di gestione presieduto dal Sindaco o suo delegato e composto da esperti e da rappresentanti della Provincia di Pisa dell'Università di Pisa e del Provveditorato agli studi.
Il regolamento prevede, inoltre, una consulta delle associazioni locali che si interessano di ambiente e delle attività umane sul territorio.

Note sulle caratteristiche ambientali
Descrizione morfologica ed idrologica
La zona ricade quasi interamente nella fascia occidentale dell’alveo dell’ex Lago di Bientina e per una parte sui terreni circostanti che ospitavano pagliereti e boschi umidi. Questi terreni, su cui insiste una difficile opera di bonifica sono spesso soggetti ad allagamenti e per questo adibiti nella maggior parte a prato o a seminativi di colture estive (mais, girasole). Le aree a prato umido mantengono un alto valore ambientale, naturalistico e paesaggistico, e sono l’habitat preferito per molte specie vegetali ed animali.

Analisi floristica
Il Bosco di Tanali rappresenta, dal punto di vista botanico, un interessante residuo dell'ex Padule di Bientina e ciò per almeno due motivi:
1) conserva tuttora alcuni biotopi vegetazionali tipici delle aree palustri e che sono in progressiva rarefazione, sia a livello locale che nazionale (Alnetea glutinosa protetto dalla Direttiva CEE 92/43);
2) racchiude in se specie botaniche di notevole rarità che sono qui rimaste confinate e rappresentano molto probabilmente le discendenti ultime di una flora che popolava estesamente il Lago di Bientina ed è sopravvissuta alle ultime vicende climatiche e geologiche del Pliocene e del Quaternario.
L'ampliamento alle aree circostanti al Bosco di Tanali e al Bottaccio della Visona oltre ad includere i valori presenti in questi piccoli lembi come: i boschi igrofili e mesofili, i canneti, i magno cariceti ed i chiari con acque libere, offre un ulteriore diversificazione ambientale con ampi spazi a prato umido e zone coltivate migliorando così le possibilità di sosta e di nutrimento per la fauna migratoria presente nell'area.

Analisi faunistica
Nei boschi igrofili e mesofili sono state osservate specie migratrici o parzialmente tali come l'usignolo (Luscinia megarhynchos), cinciallegra (Parus major), cinciarella (Parus caeruleus), scricciolo (Troglodytes troglodytes), merlo (Turdus merula), verdone (Carduelis chloris), gazza (Pica pica), e inoltre l'allocco (Strix aluco) specie invece prevalentemente sedentaria.
Il canneto invece offre un sito adatto per la riproduzione a specie quali cannareccione (Acrocephalus arundinaceus), usignolo di fiume (Cettia cetti), cannaiola verdognola (Acrocephalus palustris), cannaiola (Acrocephalus scirpaceus) alle quali è associata la presenza come parassita di cova del cuculo (Cuculus canorus) e infine al tarabusino (Ixobrychus minutus). E’ presente una nutrita colonia di bengalini nidificanti.
Sugli alberi posti lungo i corsi d’acqua la nidifica il pendolino (Remiz pendulinus).
Nei chiari e nei prati umidi sostano anatidi: germano reale, alzavola, marzaiola; limicoli: beccaccino, piro piro culbianco; rallidi: gallinella d’acqua e porciglione; svassi come il tuffetto; ardeidi: airone cenerino, garzetta, nitticora.
Per i rapaci la poiana è una presenza quasi costante mentre meno frequenti sono l’albanella e il falco di palude.
Sono inoltre state fatti avvistamenti particolarmente interessanti quali: il cuculo dal ciuffo, l’airone rosso, l’irone guardabuoi e alcune cicogne.

Nome scientifico Importanza locale(1) Diffusione su scala nazionale(2) Classificazione I.U.C.N.(3)
Alisma plantago aq. BASSA COMUNE /
Alnus glutinosa ALTA COMUNE /
Angelica sylvestris BASSA COMUNE /
Callitriche stagnalis BASSA COMUNE /
Cardamine pratensis MEDIA RARA /
Carex elata ALTA RARA /
Galium palustre ALTA RARA /
Hottonia palustris ALTA RARISSIMA VULNER.
Hydrocharis morsus-ranae ALTA RARA /
Lysimachia nummularia MEDIA COMUNE /
Ludwigia palustris ALTA RARA /
Myosotis scorpioides MEDIA COMUNE /
Osmunda regalis ALTA COMUNE /
Quercus robur ALTA COMUNE /
Sagittaria sagittaefolia ALTA RARISSIMA MINACC.
Utricolaria australis ALTA RARISSIMA MINACC.


(1) L'importanza di una pianta dipende dalle condizioni geografiche ed ambientali del luogo in cui vive: ad esempio una pianta alpina rinvenuta in pianura ha una grande importanza locale, mentre la stessa specie rinvenuta nel suo ambiente alpino originale può essere di scarso interesse.

(2) La diffusione delle piante, secondo S. Pignatti su "Flora d'Italia" può essere: cosmopolita, comune, rara, rarissima.

(3) Questa classificazione si basa sulla definizione di "rarità" stabilita dall'International Union for Conservation of Nature" (I.U.C.N.), ratificata dalla Società Botanica Italiana e dal Ministero dell'Ambiente e riportata nel "Libro rosso delle piante d'Italia":

  • estinta, specie non più rinvenuta nelle stazioni ove era nota, dopo accurate ricerche;
  • minacciata, specie in pericolo di estinzione, la cui sopravvivenza è improbabile se non cessano le cause che ne hanno determinato l'attuale riduzione;
  • vulnerabile, entità le cui popolazioni hanno subito forti riduzioni per eccesso di sfruttamento o per distruzioni estensive degli habitat, o per altre alterazioni ambientali;
  • rara, specie non ancora nelle situazioni precedenti, ma esposta a questo rischio, comprende entità localizzate entro aree geograficamente ristrette, sia specie diffuse su areali molto vasti ma con popolazioni numericamente esigue.
Ultima modifica: lunedì, 15 aprile 2024

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